Metto subito le mani avanti: io sono molto permalosa.
Lo nomino sempre come mio primo difetto quando qualcuno (chi poi boh forse i test del cioè nei primi anni duemila) mi chiede i miei difetti.
Mi offendo facilmente ma in mia parziale difesa mi passa anche velocemente.
Passo molto tempo sui social, un po’ per lavoro un po’ per scelta. La frase “non si può più dire niente” è un mantra ormai, mantra spesso adottato però da persone che fanno dell’offesa facile un hobby.
Il primo di agosto ho fatto un fioretto: non avrei scritto nessun tweet volutamente polemico o che sapevo avrebbe creato casini che non mi andava di affrontare.
Parentesi su twitter: si dice spesso sia il social peggiore ma la verità è che, a differenza di instagram, quello che si pubblica arriva molto più facilmente anche a persone che non ci seguono.
Persone che quindi non ci conoscono e non capiscono il contesto o non hanno interesse a capirlo o semplicemente hanno voglio di emanare la loro sentenza.
Quindi dicevamo, ad inizio agosto mi sono fatta questa promessa.
Ha funzionato? Chiaramente no.
Ho evitato di scrivere cose polemiche e mi sono riservata di parlarne con gli amici della vita vera, per evitare di rimanerci male per dei giudizi stupidi.
Però il bisogno di essere critici ad ogni costo arriva ovunque e così se scrivo che mia mamma per non farmi saltare la scuola di nascosto mi permetteva di stare a casa un paio di volte l’anno ecco che d’un tratto ho avuto una pessima educazione e così via con mille altri esempi più o meno scemi.
Ora, vi ho già detto che sicuramente io sono permalosa. Più vado avanti però più mi chiedo che bisogno ci sia di dire la propria opinione in modo sgradevole, di comportarsi con gli sconosciuti in modo fastidioso.
Non ci sono chiaramente solo gli insulti diretti ma anche tutti quei sottointesi a cui risulta difficile rispondere mandando a cagare qualcuno ma che ti lasciano una brutta sensazione di viscido addosso.
Rimango sempre un po’ basita dagli insulti sotto ai post delle celebrità anche, non perché ci debbano piacere tutti per forza (sapeste quanta gente non piace a me) ma perché non capisco quale sia il beneficio di una cosa del genere.
Fatico a credere che sia solo colpa dei social, penso che siano anzi un buon modo per far uscire la vera natura delle persone allo scoperto.
Non posso chiaramente cambiare il comportamento degli altri ma posso condividere sempre meno, consapevole che le rotture di palle arriveranno ugualmente, anche sotto la foto di una pizza.
Qual è la morale? Il profondo significato psicologico e sociale? Nulla che possa darvi io onestamente.
Se siete tra i permalosi che si offendono facilmente tipo me vi posso consigliare di ignorare alcune risposte, se siete tra quelli che scalpitano di dire la propria ignorando la sensibilità altrui posso consigliarvi qualche bel gioco per il telefono per passare in modo più produttivo il tempo.
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