Se mi seguite su instagram saprete già che giovedì scorso sono andata alla mostra su Robert Capa a Palazzo Roverella a Rovigo.
Nel mio post facevo ironia sul fatto che tutti mi dicono “Ma cosa ci sei andata a fare a Rovigo?” però io alcune cose buone le ho trovate (magari ci faccio un post dedicato).
Ecco, le mostre di Palazzo Roverella rientrano sicuramente tra i motivi per cui vivere qui non è così male.
Io di Robert Capa conoscevo molto poco oltre agli scatti più famosi e qualche nozione biografica base.
Sappiate che sì, anche voi conoscete tante sue foto anche se forse non avete mai letto il suo nome sotto o non ci avete fatto caso: le riconoscerete nella mostra.
Non vi racconterò la sua vita e la sua storia perché:
- ci sono siti che lo raccontano decisamente molto meglio di quanto lo potrei fare io
- vorrei che vi faceste un regalo e andaste a vedere questa mostra
Robert Capa a Rovigo: cosa mi è piaciuto
Le foto -fatte dal 1932 al 1954, con un colpo di scena sul ritrovamento di alcuni scatti che non vi rivelo- sono praticamente tutte immagini di guerra.
Non a caso 1930 viene definito da Picture Post “the greatest war photographer in the world”.
Non devo certo dirvi io che sono toccanti, a volte difficili da guardare.
Però sono di una bellezza incredibile e sì, vale la pena di fare un bel respiro e guardarle una per una.
Non voglio che pensiate che ogni foto sia particolarmente macabra eh, anzi.
Diciamo che se avete una sensibilità particolarmente sviluppata pensare a determinate situazioni è sempre una piccola stretta al cuore.
La mostra è divisa in nove parti, per temi, con ognuna delle 366 foto valorizzata al massimo nella cornice di Palazzo Roverella che io amo particolarmente.
Una frase di Capa che mi ha fatto particolarmente riflettere è questa:
“The truth is the best picture, the best propaganda.”
Ecco, oggi invece quello che vediamo in foto non è sempre the truth.
Le foto sono estremamente facili da modificare anche da chi non è un professionista.
Quindi no, non bastano neanche le foto a sventare un complotto perché tutti sappiamo che con pochissimi click da un telefono la verità si può stravolgere.
Possono essere strumento per convincere le persone di qualcosa che no, non è vero e possono essere messe in dubbio anche quando sono reali se la persona non vuole crederci alla realtà.
Elucubrazioni poco rilevanti a parte: andate a vederla questa mostra.
È a Rovigo fino al 29 gennaio 2023 e se vi è possibile vi consiglio anche l’audio guida.
Consigliata!
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