In realtà dovrei scrivere un post su una maschera esfoliante economica ma al centesimo tentativo di caricare la foto senza successo ho deciso che basta, vi condivido uno sproloquio meno utile.
Con una foto di tè e biscotti perché è la merenda che vorrei ma che non posso fare perché devo scrivere velocissimo (la SEO ne risentirà ma amen) prima di andare dall’estetista a fare la ceretta (ho trovato un’estetista bravissima a Rovigo, finalmente).
Stamattina mi sono resa conto che non importa quanto io ci provi, non riesco ad impormi di tornare in palestra. Ne ho parlato sui social, ho ricevuto tanti suggerimenti utili.
Non riesco nemmeno a fare yoga però, che mi piace davvero.
Non riesco a fare tante cose per me stessa.
Riesco ad essere severa, a criticarmi, a dirmi cose brutte (cosa su cui devo lavorare anche secondo la mia psicologa, lo farò, ci provo).
Ma perché sono così? Da dove nasce questa tendenza al martirio?
Non voglio farmi autoanalisi spicciola grazie a tre post letti su instagram però ecco, è una domanda che mi faccio.
Mi chiedo se sia perché ho una vocazione al martirio che tanto è inutile, nella maggior parte dei casi mica è colpa degli altri se io decido di privarmi di qualcosa che mi fa star bene.
Lo faccio per farmi sentir dire brava? Ma da chi? Chi è contento se io mi struggo per raggiungere la santità?
Che poi non sono nemmeno cristiana quindi manco la santità.
Mi rendo conto di essere in un circolo vizioso stupido che posso rompere solo io, ecco. Ho forte disciplina e forza di volontà per tantissime cose ma su questo proprio mi manca.
Ci sono settimane che non pubblico sul blog -anche se è una cosa che mi fa star bene- perché non ho tempo di scrivere ma non è vero, basterebbe fare una lavatrice in meno ed ecco il tempo per condividere le mie opinioni non richieste su una crema o un film o un libro o qualsiasi altra cosa.
Cambierò atteggiamento?
Io me lo auguro, mi lascio questo post come “sgridata” da me a me stessa.
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