Partita Iva:un anno dopo

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partita iva anno dopo

Partita Iva:un anno dopo sembra un po’ il titolo di un libro. Un libro forse di quelli di auto aiuto che io non comprerei mai ma che attirano la mia attenzione perché hanno delle belle copertine o forse un libro dell’orrore, non lo so.

Un anno fa firmavo un tot di documenti dal commercialista, dopo aver passato l’inferno con il comune di Bergamo per cancellarmi dall’AIRE, cambiare residenza e altre cose divertenti.

Se pensate che vi faccia un post sui pro e contro a livello di tasse e così via scordatevelo, ad ogni cosa che riguarda le fatture i soldi ecc ecc mi si annebbia la vista e devo farmi aiutare da qualcuno. Non sarò certo io a dovervi dire che in Italia si pagano tante tasse, governo ladro, ecc. ecc.

Posso però dirvi come vivo io con la partita iva, un anno dopo averla aperta.

Non è stato facile

Abituarmi a lavorare totalmente da sola non è stato per niente facile. Anche quando avevo il ristorante e c’erano diversi momenti in cui in pratica ero da sola avevo sempre qualcuno con cui confrontarmi.
Anche solo mia mamma a una telefonata di distanza che con il mio stesso lavoro sapeva come consigliarmi.

All’inizio ho avuto non poche difficoltà a rapportarmi con i clienti all’inizio, ne ho avuti un paio che non avevano limiti di orari o richieste e io non ero capace a dire no.

Non è una di quelle situazioni in cui non vuoi dire un tuo difetto e quindi dici “sono troppo buona”, eh.

Sono situazioni in cui mi sono fatta mettere i piedi in testa. Ho creato un circolo vizioso di cui non sono riuscita a liberarmi fino a quando non ho più lavorato con quel cliente, ecco.

Lavorare da sola a casa è spesso un po’ alienante, lo ammetto. Ci sono momenti in cui il confronto mi sarebbe utile.

Sì ma “partita iva:un anno dopo” è tutto un brutto libro?

No, anzi. I lati positivi sono la maggioranza ma non volevo fare quella che se la tira, che poi mi attiro le maledizioni degli invidiosi (che tanto ora avranno smesso di leggere). Quindi partita iva:un anno dopo, le cose belle.

Posso organizzare il mio lavoro come voglio. Io mi alzo molto molto presto, lo sapete.
Non sono poche le occasioni in cui inizio prima delle 6 e alle 10 ho già fatto tutto quello che c’è sulla mia lista. Questo vuol dire poter andare in palestra/dall’estetista quando voglio, prendermi una giornata per andare ad abbracciare un’amica che vive lontana da me.

Posso viaggiare, ora che le restrizioni covid si stanno allentando ancora di più. Ho clienti sparsi per l’Italia e posso girarla con la “scusa” del lavoro.

Tutti i clienti che ho ad oggi sono persone con cui posso confrontarmi. Mi danno la possibilità di crescere, anche a livello personale. Quasi tutti i clienti che ho ora li ho “presi” con il passaparola di altri clienti soddisfatti, per intenderci non ho mai fatto ads per me stessa.

La cosa più bella di questa vita da partita iva e indipendenza è che mi sono resa conto di potercela fare da sola.

Sarebbe più comodo accusare terzi per le mie insicurezze e non nego che determinati atteggiamenti da parte di persone che per me erano/sono importanti mi hanno fatto sentire particolarmente incapace in passato ma la verità è che dovevo cambiare io. La validazione che cercavo è arrivata da me stessa, dal dirmi -a risultati ottenuti- “sì, sei brava”.

Mi rendo conto che il bilancio della situazione partita iva:un anno dopo è veramente super soggettivo e quindi se cercavate dei consigli siete nel posto sbagliato.

Se vi sembra un post troppo autocelebrativo lo capisco. Ma appunto, se non mi dico brava da sola come posso pensare che me lo dicano gli altri?

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