Walk that Walk: Io e il mio fitbit dopo cinque anni insieme.

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Sono passati quattro anni da quando ho scritto il mio primo post sul fitbit, lo trovate qui.
Non so quanti di voi lo usino, devo dire che mi capita sempre più spesso di vedere persone vicino a me che ce l’hanno.
Uno dei suoi più grandi meriti sicuramente è quello di essere resistente, io l’estate 2016 ho spaccato il Charge 2 perché sono stupida e l’ho usato per nuotare senza ricordarmi di toglierlo ma l’ho ricomprato al mio rientro e ancora resiste.
Forse voi lo date per scontato ma la mia percentuale di distruzione di oggetti tecnologici è veramente molto alta quindi apprezzo tanto.
Avevamo bisogno di una serie di riflessioni aggiornate? Probabilmente no ma troppo tardi, eccoci qua.

Review: Essence Long Lasting Eye Pencil in Black Fever

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Nel lontano 2012 scrivevo una semi recensione su una matita della linea Long Lasting Eye Pencil di Essence, in particolare sulla colorazione Almost Famous.
Sono piuttosto certa di aver iniziato ad utilizzare anche quella nera -di cui vi parlo nel dettaglio oggi-, la Black Fever.
Potete quindi immaginare che la mia opinione sia positiva se otto anni dopo sono ancora qua a parlarne. Grande spoiler, lo so.

Letters to Bojack

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Il post di oggi se non avete visto Bojack Horseman non vi interesserà, vi chiedo scusa. Non ci saranno spoiler per il finale di Bojack, è troppo presto e siamo

Ansie da primo appuntamento, quali scarpe mettere, dove andiamo a mangiare e chi paga il caffè.

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Il primo appuntamento è una merda ma anche una cosa bellissima.
Non ne ho uno da non so quanti mesi e ammetto che l’idea di averne uno -quando? mai più di questo passo ma rimaniamo ottimisti che è il profumo della vita- un po’ mi alletta e un po’ mi terrorizza.
Mi alletta perché mi piace prepararmi per uscire, perché mi piace farmi venire a prendere, perché mi piace flirtare, perché è più bello un primo appuntamento di mille conversazioni su un social o quantomeno è il passo successivo.
Mi terrorizza un po’ perché sono un’insicura in diversi aspetti della mia vita un po’ perché è spesso così carico di aspettative che rischio di agitarmi molto per nulla.
Nell’inutile post sul dating di oggi vi racconto un po’ delle mie regole -non scritte e non legge, semplicemente sono quelle che mi rendo conto di rispettare inconsciamente- per i primi appuntamenti.

Ghosting o “Ha smesso di rispondermi” spiegato a mia madre.

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I disagi dell’essere single nel 2020 sono svariati. Dalla gente che ti chiede perché usi Tinder,  dall’aver così tanta scelta che manco scegli più, alla gente che si trasferisce appena inizia a piacerti perché va a cercare fortuna all’estero, ai like su instagram delle ragazze più fighe di te (scherzo, questo lo capisco).
Tra le cose che più mi fanno venire voglia di cancellare Tinder, smettere di uscire con uomini e dire a mia mamma di  non cercare più l’abito che potrebbe mettersi al mio matrimonio con un mio fidanzato immaginario c’è il fottuto ghosting.
Non è una parolaccia ma un fenomeno sempre più frequente e che mi fa sempre più schifo.

Come salvare il mondo o lavarsi la coscienza: la mia esperienza con i dischetti struccanti riutilizzabili

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Sarà l’effetto Greta, sarà che siamo tutti ogni giorno un po’ più consapevoli dell’effetto che può avere il consumo incontrollato che caratterizza il nostro modo di vivere sul pianeta, sarà che è una moda ma il risultato è uno solo: stiamo cambiando abitudini.
Guardo video di youtuber straniere e vedo quando ci tengano a sottolineare come vogliano smettere di acquistare vestiti dalle catene di Fast Fashion e che insomma in quel momento stanno bevendo da una bottiglia di plastica ma è un’eccezione normalmente bevono solo direttamente dalla fonte circondate dalle fatine.
Io sono consapevole che il cambiamento del singolo impatta relativamente sui grandi numeri ma se posso fare qualcosa di piccolo -che sia non mangiare carne, evitare gli scrub con le particelle che non si disintegrano neanche in centomila anni, cercare di mangiare frutta e verdura di stagione- lo faccio, non so se per sentirmi più in pace con me stessa (perché ho altre mille abitudini che per l’ambiente sono deleterie) o perché onestamente credo servano con qualcosa.

Ho una vita perfetta (no) ma faccio schifo: elenco delle mie cattive abitudini.

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A me piace la perfezione sui social. Mi piace vedere profili di persone con vite apparentemente meravigliose e prive di difetti.
 


Non mi fanno sentire peggio con me stessa esattamente come non mi fanno star male le vite felici dei miei amici, sono consapevole che ci siano comunque anche dei lati negativi.
 


Mi rendo anche conto che sia inevitabile dare un’immagine più  bella della realtà, esattamente come al lavoro vado truccata e pettinata anche nei giorni in cui vorrei andare in tuta e sporca di dentifricio in faccia (questo in realtà a volte succede ma non c’entra) così non faccio un video instagram in cui piango e mi lamento della vita ma piuttosto quando sono felice.
 


Oggi però vi racconto di qualcuna delle mie cattivi abitudini perché non posso pensare che crediate sia una persona migliore di quello che sono. Con una vita più bella okay ma migliore no, troppa finzione.