Facciamo che è il primo post che leggete del mio blog, che non sapete niente di me.
Facciamo che allora io mi devo presentare, devo dirvi chi sono, da dove vengo.
E allora vi ridico la solita storia che ormai riesco a raccontare in 90 secondi, come se fosse un pitch da fare a degli investitori che possono salvare la mia start up. Vi dico che sono nata a Bologna mio papà indiano cresciuto a Londra mia mamma siciliana cresciuta in Australia. Vi dico che sono cresciuta a Bergamo, ho studiato a Milano, ho vissuto a Lugano, sono finita in Veneto.
Quello che non vi direi è che ho sempre avuto una sensazione di radici che mancano, di un bisogno di identificarmi in qualcosa senza sapere bene in cosa.
Non vi direi che per anni ho passato il tempo a valutare cosa mi facesse sembrare meno indiana, ad adattarmi in base al pubblico che avevo davanti. Non vi direi che quando mi sono trasferita qui ho vissuto un’esperienza piuttosto sgradevole di un razzismo che speravo superato.
Non vi direi che non mi sento nemmeno di dire con sicurezza che sono italiana, perché se l’Italia non mi vuole allora non la voglio nemmeno io.
Non vi direi che io scherzo sul mio amore per la Calabria ma che la amo cosi tanto per la sensazione di sentirmi accolta e amata sempre.
Non vi direi che andare a Londra dove ci sono persone con background ben più complicati del mio mi fa sentire sempre al mio posto.
Mi va di dirvi che ieri mi sono fatta fare l’henné alle mani che mi ricorda delle origini con cui sto cercando di fare pace e che ho mandato la foto a mia mamma, insieme a una foto di via Galliera a Bologna, la prima via dove ho vissuto.
La sua risposta mi ha ricordato che posso essere entrambe le cose, che posso essere tutto. Che tutto l’insieme di quello che sono mi rende davvero unica e se quando ero piccola essere diversa mi sembrava la cosa peggiore che potesse essermi successa ora mi sembra una grande fortuna. E vedo tutte queste nuove generazioni incubo della destra italiana, tutte queste facce simile alla mia, tutti questi accenti mixati e mi dico che la nuova normalità sarà bellissima.
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