Il mercato, la fine del mondo

Il martedì a Rovigo c’è il mercato.
Da quando a giugno ci siamo trasferiti in centro ci passo sempre in mezzo, dando un’occhiata ma senza troppo interesse.

Fotografo i fiori e le stoffe per mia mamma, le ciabatte pensando a quanti anni posso utilizzare le Defonseca senza vergogna e via.
Oggi però, complice Choc che si è fermato a leggere il giornale un po’ di più, ho guardato un po’ di più i vestiti dei vari banchetti.

E allora ho visto che ci sono gli stessi vestiti che vedo sui profili instagram che fanno dieci lanci a settimana e mille sponsorizzate, dei negozi che abbelliscono un po’ le vetrine ma propongono comunque le stesse cose.

Tutti capi probabilmente realizzati a bassissimo costo che sfruttano la manodopera ecc ecc.

In modo probabilmente ignorante ho sempre pensato che al mercato ci fossero cose diverse, magari anche usate, magari avanzi di magazzino.
Mi sono sentita scema perché allora ecco, è sempre la stessa roba confezionata diversa e venduta a prezzi diversi.

Io, lo sapete, tendo a non pensare per assolutismi, non credo sia obbligatorio condurre una vita ineccepibile sempre. Penso anche che tanto le nostre scelte individuali non impattano su niente.

E allora ho camminato per il mercato pensando a quanto siamo inutili, a quanto le nostre scelte servono solo a placare un po’ la nostra coscienza ma che tanto anche quando pensiamo di fare la differenza (comprando al mercato, tipo) non serve a niente.

Non sto dicendo che allora ricomincerò a mangiare carne e pesce e a comprare ogni settimana da Zara (anche perché ora come ora coi prezzi che hanno non me lo potrei manco permettere).

Andrò avanti per la mia strada, come facciamo tutti.

Come dicevo qualche giorno fa su instagram andiamo avanti a compiere le nostre scelte, a fare quello che pensiamo sia meglio, a vivere le nostre vite piccole, consapevole del dolore che c’è nel mondo e del non poterci fare niente.

Perché, purtroppo, non riesco più a pensare di poter fare qualcosa che possa davvero essere utile.
Continuo a illudermi di poterlo fare però, per placare i pensieri che mi fanno sentire sempre più vicina a un mondo che non conoscerà salvezza.