Cosa sarebbe stato se… o un insieme delle sliding doors della vita che a volte ti sbattono in faccia con una violenza inaudita.
Vi capita di svegliarvi pensando a cosa sarebbe successo, se aveste preso decisioni diverse?
A me in realtà non spesso. Non perché non abbia rimorsi o rimpianti, anzi.
A -quasi- 32 anni ho già preso più volte decisioni che hanno ribaltato totalmente la mia vita o sono state preso da qualcun altro per conto mio.
Però ho sempre avuto la tendenza a bloccare quelle parti e ad andare avanti come un treno verso il futuro, evitando di ripensare a quello che mi farebbe soffrire.
Se mi seguite da un po’ sapete che per qualche anno ho avuto con mio fratello un ristorate a Lugano.
Chiuso all’inizio del 2020, per diverso tempo non sono riuscita neanche a pensarci, figuriamoci a parlarne con altri.
Il senso di fallimento, i sensi di colpa per gli errori fatti, la voglia di tornare indietro per sistemare le cose: tutte cose che mi fanno solo stare peggio.
Con il tempo e la terapia però sono riuscita ad accettare, almeno un po’.
Però poi ci sono giorni tipo stamattina in cui mi sveglio e mi invade la nostalgia, il dispiacere per qualcosa che non è andato ma senza pensare ai sensi di colpa.
Mi fermo a fantasticare come sarebbero andate le cose senza errori, senza sfighe.
Non fraintendetemi: sono felice di come sta andando la mia vita ora. La strada che ho preso adesso è migliore per me, ne sono consapevole ogni giorno.
Però, però. Non riesco a non pensarci, a non immaginare come sarebbe stata la mia vita oggi se quella o quell’altra cosa fossero andate bene.
So anche che sono stata l’imprevisto nella vita di altre persone, so che non possiamo sapere cosa ci porteranno le nostre scelte e ho capito che molto spesso quella che ci sembra una sfortuna ci porta poi a un mare di felicità (o almeno così è stato per me).
Però comunque, ogni tanto ci penso, come sarebbe stato se…?
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