Chi dorme non piglia pesci ma almeno dorme

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Se fossi davvero sul pezzo avrei scritto questo articolo già giorni fa ma eccomi qui, in ritardo.
Lo spunto di questo post viene dalla notizia di una ragazza di 23 anni che si è laureata in medicina e che tra le altre cose dice di aver bisogno di dormire molto poco, avendo così più tempo per raggiungere tutti i suoi obiettivi.

 

La sacrosanta premessa a quello che voglio dire è che ognuno è libero di fare quello che pensa sia il meglio per sé.
Se vi trovate bene a dormire due ore a notte nessuno ve lo impedirà, sicuro non l’opinione di una sconosciuta su un blog.
Credo davvero che ognuno sia libero di gestire le sue giornate nel modo migliore, quello che funziona meglio per la propria vita.

Quello che voglio dire però, e che in parte ho già fatto in questi tweet, è che non dormire non è sempre la soluzione ideale.
Non dormire, riempire ogni secondo di cose da fare, vivere in funzione di obiettivi che si spostano un po’ più in là.
È inutile negarlo: la narrazione per cui bisogna ammazzarsi per un risultato esiste. Io l’ho fatto, per tanti anni.Una cosa a cui tenevo tanto è andata male nonostante ci mettessi tutta la mia energia, qualche anno dopo mi è arrivato un bell’esaurimento nervoso per cui sono stata così male anche fisicamente da non riuscire ad alzarmi dal letto.

Il punto è che mettere ogni energia in un solo obiettivo non garantisce un risultato positivo.

Sarebbe bello fosse così ma ecco, no.
Ci sono il talento, la fortuna, il caso, mille altri variabili.
Vi sto dicendo di non provarci nemmeno? No. Ma di non rinunciare a tutto quello che può farvi star bene per ottenere una cosa sola.
Perché poi magari quella cosa va male o va bene ma non vi dà tutta quella gioia che vi sareste aspettati e allora vi trovate con niente in mano.
Lo so che se siete nel mood “bulldozer” quello che dico sarà inutile ma magari nel momento in cui sarete costretti a rallentare ecco, ci penserete un attimo.

Io mi ritengo una persona piuttosto ambiziosa, con il mio lavoro attuale sto ottenendo dei risultati che mi soddisfano e voglio fare ancora di più.
Però non per questo voglio compromettere ogni altro aspetto della mia vita.
Non fraintedetemi: il mio lavoro è tra le cose che mi rende felice. Però non mi basta.
Questa mentalità “all in” per lungo tempo mi è appartenuta non solo per questo aspetto della mia vita ma per tutto.
Capire che no, non è fondamentale che io finisca di fare ogni cosa che ho da fare in casa immediatamente (specialmente considerando tuti gli impegni che ho), è stata una delle conquiste più grandi della mia vita.

Lo so che non è facile, per tanti motivi. So che per colpa della “Grind Mentality” -quella per cui non sono ammessi errori e per cui dobbiamo essere sempre iper concentrati sui nostri obiettivi- pensiamo di dover avere dieci fonti di reddito, di dover ottenere ogni giorno qualcosa.
E non ho dubbi che ci siano persone che traggono davvero gioia da questo modo di vivere, dal non dormire, dal crearsi side hustle che non lasciano spazio al tempo libero, dall’ottenere sempre di più.
Non penso sia un modo di vivere sbagliato, conosco diverse persone a cui voglio bene che si dedicano completamente una cosa sola.

Se però vi viene il dubbio di non essere quel tipo di persona, di aver bisogno anche di dormire un po’ di più, di non riuscire a fare tutto quello che pensavate di dover fare: cambiate.
Non dico di non impegnarvi per quello che amate ma di farlo nel modo che fa per voi, per davvero.

1 Comments

  1. F says:

    💙

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