Vuoi un cane? Pensaci bene.

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L’otto dicembre duemila e quattordici io, mio fratello  e mia nipote siamo andati al canile di Levate. Siamo tornati a casa con una palla di pelo che puzzava di gorgonzola e muffa.
Adottarlo è stato un percorso non immediato, cercavo un cagnolino da tempo ma sembrava che tutti gli annunci di adozione portassero a un vicolo cieco. Tra chi non mi rispondeva a chi mi diceva che ero troppo lontana da dove era il cane e che neanche se avessi coperto i costi del trasporto mi avrebbero potuta aiutare.
So assolutamente che non tutte le associazioni funzionano così e ho avuto esperienza indiretta con I Miaonati di Pesaro che si occupano sia di gatti che di cani in maniera eccellente.
Digressioni sul mondo delle associazioni in Italia a parte: otto dicembre.

28 Motivi Per Cui Sono Single

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Che io sia single e che l’unico uomo della mia vita sia in realtà il mio cane non è una novità se mi seguite da un po’. La domanda è: perché? Ci sono moltissimi motivi in realtà ma oggi mi limito a dirvene ventotto perché è la mia età e perché è un bel numero.

Slide in the Dms: approcci non richiesti e come (non) gestirli.

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Io i messaggi privati degli sconosciuti sui social li apro e li leggo. Ho tolto per un po’ la possibilità di scrivermi in privato perché ero in un periodo particolarmente infastidita dalla vita. Poi però l’ho riaperta e sono felice di averlo fatto perché se no mi sarei persa persone che sono felicissima invece di aver conosciuto.
 


Dare la possibilità a chiunque di contattarti quando ci sono più di venti persone che ti seguono è rischioso, per chiunque. Oggi vi parlo di come reagisco io e mi spiegate dove sbaglio perché se in generale non ho nulla da insegnare a nessuno in questo caso ancora meno.
 


Come gestire delle persone che hanno più ego che capelli.

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Nei commenti al post sul primo appuntamento mi è stato chiesto cosa intendessi per allontanare le amicizie tossiche.  
 


Non sono qualificata per parlare di narcisismo, co-dipendenza e tante altre cose. Sono, però, stata vittima più che di persone con queste caratteristiche di me stessa e del mio atteggiamento non adeguato in risposta ai loro atteggiamenti.
 


Ora, non so voi, ma io quando vedo qualcuno che conosco ferito con le stesse modalità che qualcun altro ha usato per far del male a me vorrei tanto prenderli per mano e portarli via.
 


Il post di oggi non è un’analisi psicologica di comportamenti patologici, è semplicemente il racconto di alcune misure che io ho adottato per proteggermi e che mi sento di condividere con voi.
 


Attenzione anche a etichettare qualsiasi atteggiamento non ci piaccia come patologico -specialmente se non abbiamo le competenze per farlo- non è proprio sempre così ecco.
 


Io vi parlo più che di chi ha effettivamente un disturbo della personalità di chi ha un ego enorme che anche se non è una patologia rompe a sufficienza le palle.
 


Non possiamo pretendere che gli altri ci rispettino (anche se dovrebbe essere la base di qualsiasi rapporto umano, me ne rendo conto) ma possiamo avere controllo di come ci comportiamo e delle misure che adottiamo per proteggerci.
 


Ansie da primo appuntamento, quali scarpe mettere, dove andiamo a mangiare e chi paga il caffè.

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Il primo appuntamento è una merda ma anche una cosa bellissima.
Non ne ho uno da non so quanti mesi e ammetto che l’idea di averne uno -quando? mai più di questo passo ma rimaniamo ottimisti che è il profumo della vita- un po’ mi alletta e un po’ mi terrorizza.
Mi alletta perché mi piace prepararmi per uscire, perché mi piace farmi venire a prendere, perché mi piace flirtare, perché è più bello un primo appuntamento di mille conversazioni su un social o quantomeno è il passo successivo.
Mi terrorizza un po’ perché sono un’insicura in diversi aspetti della mia vita un po’ perché è spesso così carico di aspettative che rischio di agitarmi molto per nulla.
Nell’inutile post sul dating di oggi vi racconto un po’ delle mie regole -non scritte e non legge, semplicemente sono quelle che mi rendo conto di rispettare inconsciamente- per i primi appuntamenti.

Ghosting o “Ha smesso di rispondermi” spiegato a mia madre.

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I disagi dell’essere single nel 2020 sono svariati. Dalla gente che ti chiede perché usi Tinder,  dall’aver così tanta scelta che manco scegli più, alla gente che si trasferisce appena inizia a piacerti perché va a cercare fortuna all’estero, ai like su instagram delle ragazze più fighe di te (scherzo, questo lo capisco).
Tra le cose che più mi fanno venire voglia di cancellare Tinder, smettere di uscire con uomini e dire a mia mamma di  non cercare più l’abito che potrebbe mettersi al mio matrimonio con un mio fidanzato immaginario c’è il fottuto ghosting.
Non è una parolaccia ma un fenomeno sempre più frequente e che mi fa sempre più schifo.

Ho una vita perfetta (no) ma faccio schifo: elenco delle mie cattive abitudini.

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A me piace la perfezione sui social. Mi piace vedere profili di persone con vite apparentemente meravigliose e prive di difetti.
 


Non mi fanno sentire peggio con me stessa esattamente come non mi fanno star male le vite felici dei miei amici, sono consapevole che ci siano comunque anche dei lati negativi.
 


Mi rendo anche conto che sia inevitabile dare un’immagine più  bella della realtà, esattamente come al lavoro vado truccata e pettinata anche nei giorni in cui vorrei andare in tuta e sporca di dentifricio in faccia (questo in realtà a volte succede ma non c’entra) così non faccio un video instagram in cui piango e mi lamento della vita ma piuttosto quando sono felice.
 


Oggi però vi racconto di qualcuna delle mie cattivi abitudini perché non posso pensare che crediate sia una persona migliore di quello che sono. Con una vita più bella okay ma migliore no, troppa finzione.