My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Little things that make me happy

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Io non sono per la positività a tutti i costi in ogni situazione, lo trovo un atteggiamento spesso controproducente.

 


Però cercare in questo mare di merda delle piccole cose che ci fanno sorridere è importante per aiutarmi ad alzarmi al mattino.
 


Non è una lista per pensare che c’è chi sta peggio (perché lo so e mi logoro per tutto quello che vorrei fare ma non posso) né per essere grata di avere un tetto sopra la testa perché lo sono ogni giorno e in qualsiasi situazione, senza aver bisogno di questo periodo per ricordarmene.
 


Sono le piccole cose che mi fanno sorridere in quarantena, un promemoria per me stessa da rileggermi domattina prima di fare un bel respiro e alzarmi.
 

My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Le cinquanta sfumature tra il mangiare in modo incontrollato e l’allenarsi tre ore al giorno

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La solita premessa noiosa ma necessaria è che non sono una nutrizionista, non sono una personal trainer, non sono esperta di niente. Sto semplicemente condividendo la mia esperienza e le riflessioni che ho fatto in questo periodo -anche pre quarantena- nella speranza che possano portarvi a riflettere un pochino ed essere anche solo minimamente utili.
Parlare di cibo, body love e tutte queste cose è sempre impegnativo, cerco di farlo con tutta la ragionevolezza di cui sono capace e senza scrivere qualcosa di fraintendibile.

My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Thursday March 19 2020

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Oggi più che mai sono felice di aver scelto di aprire un blog nell’ormai lontanissimo settembre 2011.
In questo momento assurdo -perché non so voi ma a me continua a sembrare di vivere un film produzione Netflix che guardo per dieci minuti poi mi viene ansia spengo tutto e ricomincio a guardare Queer Eye- non riesco molto a comunicare nei modi a cui sono abituata e rifugiarmi qua è un conforto enorme, non vi dico quanto tempo ho passato a rileggermi recensioni di ombretti brutti.
Apro Facebook ed è un bollettino di guerra, vedere così tanta gente di Bergamo che conosco e che sta perdendo qualcuno a causa del Covid-19 mi fa rivoltare lo stomaco. Apro Twitter e per la prima volta in dieci anni vorrei veramente rispondere male a tutte le domande del cazzo che ricevo invece di ignorarle, vorrei partecipare a tutte le polemiche mettendomi ad urlare e dire a tutti che non capiscono niente -come se capissi qualcosa io, poi-. Apro Instagram e da una parte ho le mille dirette di chi sta facendo di questa quarantena il periodo migliore della sua vita cucinando torte, imparando dieci lingue, facendo corsi da body builder, dall’altra gli stupidi commenti di chi dall’altra parte del mondo non ha ancora ben chiara la situazione esattamente come non l’avevamo chiara noi quando sentivamo in fondo al TG le notizie da Wuhan.

My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Friday March 13 2020

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Il disclaimer di questo post è che non so niente, non sono un’esperta di niente, non capisco niente. Cerco di tenermi informata sulla situazione CoVid 19 dall’inizio, da quando era un titolo in fondo al telegiornale dopo la Serie A.
Questo post è totalmente inutile ma sono in una situazione in cui mi sento la testa che esplode e o scrivo o mi procuro una mazza da baseball e sfondo tutti i vetri dell’ufficio.

Il lunedì più lunedì dell’anno

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Sono le 4:22 di lunedì 2 marzo 2020.

Sapevo che avrei potuto voluto e dovuto scrivere questo post a un certo punto ma non pensavo così, non in questo momento e non con questo caos in testa.
Se mi seguite da un po’ sapete che mi sono trasferita a Lugano nel 2016 per aprire un ristorante insieme a mio fratello.
Il 31 gennaio quell’avventura è finita.

Come sopravvivere al cambio di routine se siete della Bilancia o se siete delle bestie abitudinarie come me (che sono anche della bilancia).

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Io sono una persona schifosamente abitudinaria.
Mi piace alzarmi al mattino e sapere che ho la pillola anticoncezionale vicino al lavandino e insieme alle vitamine perché la prima cosa che faccio quando mi è alzo è bere un bicchiere d’acqua. Mi piace fare lo stesso giro con il cane quando andiamo al parco. Mi piace mangiare la stessa cena per anche tre mesi (lo so che non va bene ma per me ceci+tonno+quark è imbattibile).
Sono molto noiosa? Non lo escludo.

Vuoi un cane? Pensaci bene.

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L’otto dicembre duemila e quattordici io, mio fratello  e mia nipote siamo andati al canile di Levate. Siamo tornati a casa con una palla di pelo che puzzava di gorgonzola e muffa.
Adottarlo è stato un percorso non immediato, cercavo un cagnolino da tempo ma sembrava che tutti gli annunci di adozione portassero a un vicolo cieco. Tra chi non mi rispondeva a chi mi diceva che ero troppo lontana da dove era il cane e che neanche se avessi coperto i costi del trasporto mi avrebbero potuta aiutare.
So assolutamente che non tutte le associazioni funzionano così e ho avuto esperienza indiretta con I Miaonati di Pesaro che si occupano sia di gatti che di cani in maniera eccellente.
Digressioni sul mondo delle associazioni in Italia a parte: otto dicembre.

28 Motivi Per Cui Sono Single

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Che io sia single e che l’unico uomo della mia vita sia in realtà il mio cane non è una novità se mi seguite da un po’. La domanda è: perché? Ci sono moltissimi motivi in realtà ma oggi mi limito a dirvene ventotto perché è la mia età e perché è un bel numero.

Slide in the Dms: approcci non richiesti e come (non) gestirli.

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Io i messaggi privati degli sconosciuti sui social li apro e li leggo. Ho tolto per un po’ la possibilità di scrivermi in privato perché ero in un periodo particolarmente infastidita dalla vita. Poi però l’ho riaperta e sono felice di averlo fatto perché se no mi sarei persa persone che sono felicissima invece di aver conosciuto.
 


Dare la possibilità a chiunque di contattarti quando ci sono più di venti persone che ti seguono è rischioso, per chiunque. Oggi vi parlo di come reagisco io e mi spiegate dove sbaglio perché se in generale non ho nulla da insegnare a nessuno in questo caso ancora meno.
 


Come gestire delle persone che hanno più ego che capelli.

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Nei commenti al post sul primo appuntamento mi è stato chiesto cosa intendessi per allontanare le amicizie tossiche.  
 


Non sono qualificata per parlare di narcisismo, co-dipendenza e tante altre cose. Sono, però, stata vittima più che di persone con queste caratteristiche di me stessa e del mio atteggiamento non adeguato in risposta ai loro atteggiamenti.
 


Ora, non so voi, ma io quando vedo qualcuno che conosco ferito con le stesse modalità che qualcun altro ha usato per far del male a me vorrei tanto prenderli per mano e portarli via.
 


Il post di oggi non è un’analisi psicologica di comportamenti patologici, è semplicemente il racconto di alcune misure che io ho adottato per proteggermi e che mi sento di condividere con voi.
 


Attenzione anche a etichettare qualsiasi atteggiamento non ci piaccia come patologico -specialmente se non abbiamo le competenze per farlo- non è proprio sempre così ecco.
 


Io vi parlo più che di chi ha effettivamente un disturbo della personalità di chi ha un ego enorme che anche se non è una patologia rompe a sufficienza le palle.
 


Non possiamo pretendere che gli altri ci rispettino (anche se dovrebbe essere la base di qualsiasi rapporto umano, me ne rendo conto) ma possiamo avere controllo di come ci comportiamo e delle misure che adottiamo per proteggerci.