Life
My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: La mia routine dei sogni
Posted onQuesto è un periodo di MERDA.
Sono stufa di leggere e scrivere periodo delicato, momento difficile, giorno complessi. La verità è che questo periodo fa schifo, per alcuni più e per alcuni meno.
Io sono in una condizione di privilegio enorme eppure mi fa S C H I F O.
Detto ciò, dobbiamo affrontarlo in qualche modo giusto? Uno dei metodi più suggeriti da gente che ne capisce più di me è quello di creare una routine e di rispettarla.
Non è detto che funzioni per tutti ma io sono già normalmente una creatura molto noiosa e abitudinaria e sì, per me è una manna dal cielo.
My (almost but not quite) Quarantine Cronichles: Little Things I Miss
Posted onThere’s a folder of pictures I can’t open.
There’s so many songs that don’t sound the same.
There’s a number I can’t dial and a message I can’t send.
There’s a restaurant I can’t eat at, not with any friends.
There’s words and names I can only say in my head.
There’s a pair of eyes that belong to you, that I can never look into again.
The Missing Machine – Iain S. Thomas
My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Cry Baby, Cry Baby, Cry Baby
Posted onIo piango sempre. Specifichiamo, non passo le giornate a piangere ma mi commuovo facilmente.
In questo periodo di notizie orrende però -che arrivano dai social, dalle notizie sui telegiornali e dalle persone vicino a me- per la prima volta nella mia vita faccio fatica a piangere.
Ho praticamente sempre il magone però, sono lì con il cuore in gola e mi viene tanto da piangere ma cavoli non ci riesco.
Ci sono però una serie di video che riescono SEMPRE a farmi singhiozzare e a farmi sentire quasi meglio dopo, almeno sfogata ecco. Poi non dura molto però ecco, okay.
Chi l’avrebbe detto che avrei scritto un post su quello che mi fa piangere, che strani tempi amici.
My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Piano piano
Posted onSto vivendo questa quarantena in una condizione di incredibile privilegio.
Perché non devo mettermi a rischio, perché mi viene chiesto di stare solo a casa e per quanto mi pesi sono sicuramente molto più fortunata di tante, troppe altre persone.
Ero fortunata -e me lo ripetevo anche se mi lamentavo!- anche quando ero a Lugano lontana dai miei, dal mio cane, in uno spazio mini e con mio fratello con cui a breve ci saremmo sgozzati, figuriamoci ora che sono a casa dei miei con un terrazzo enorme, tutte le mie cose e la prospettiva di un giardino appena finirò l’autoisolamento preventivo in mansarda.
Però non è comunque facile, nonostante l’innegabile privilegio. Quando sento i miei amici la cosa che ripeto loro più spesso è “piano piano”. Non sappiamo quando finirà, come saremo noi quando usciremo. Non possiamo mettere fretta a nessuno e nemmeno a noi stesi. Piano piano.
Aspettative, esclusività e disastri annunciati
Posted onPrima della quarantena ho conosciuto un uomo che mi piace davvero, cosa che non accadeva da così tanto tempo che quasi non ho capito bene che strane emozioni stessi provando. Ma proprio immediatamente prima, con il solito pessimo tempismo caratteristico della mia vita che mi fa pensare di essere particolarmente antipatica a qualche divinità.
Il post di oggi non parla di quello che -non- c’è stato tra di noi perché non sarebbe rispettoso nei suoi confronti anche se non mi legge ma nemmeno nei miei, questa non è la colonna di Carrie in SATC e io ormai metto solo sneakers e niente tacchi.
Il post di oggi parla di come il passato ci incasini il presente e di come camminare sulle uova sia inutile e forse è meglio prenderle e lanciarle contro dei vetri.
My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Possiamo truccarci? Possiamo parlare di rossetti? Siamo insensibili?
Posted onSenza annoiarvi a morte: è nato tutto dalla foto di un nuovo eyeliner postato da una ragazza che seguo, io l’ho commentata, un’altra ancora ha commentato che siamo delle incoscienti a incoraggiare le persone a comprare data la situazione (innegabilmente) tragica che sta vivendo il mondo in questo momento.
Da lì la discussione è ovviamente degenerata e io se avessi avuto degli orecchini me li sarei tolti.
Siamo ovviamente anche arrivati al solito discorso sempre attuale per cui se ti trucchi non devi essere una cima ma io di quello ho già parlato anni fa e non voglio ripetermi e annoiarvi.
Oggi però vorrei parlarvi del makeup 😃😃😃 in quarantena 😐😐😐 (citazioni per pochi). Pronte? Via.
“Colpisce solo i vecchi” storie di nonne e nonni
Posted onI nonni da parte di mia mamma hanno vissuto -fino alla loro morte qualche anno fa-in Sicilia, li vedevo giusto d’estate. Non abbiamo mai avuto un grandissimo rapporto, un po’ perché non ci vedevamo e un po’ perché non avevamo grande affinità. Avevo un legame leggermente più significativo con mio nonno, molto orgoglioso della mia passione per la lettura e che ad ogni nostro arrivo a giugno portava me in libreria e mio fratello dal suo barbiere a tagliare i capelli.
Da parte di mio padre rapporti ancora meno presenti. Mio nonno è morto quando ero alle elementari, con mia nonna non ho parlato praticamente mai perché ha praticamente smesso di parlare in inglese e in generale non è mai stata particolarmente propensa a farlo.
Avevo un buco a forma di nonni nella mia vita? Forse.
My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Little things that make me happy
Posted onIo non sono per la positività a tutti i costi in ogni situazione, lo trovo un atteggiamento spesso controproducente.
Però cercare in questo mare di merda delle piccole cose che ci fanno sorridere è importante per aiutarmi ad alzarmi al mattino.
Non è una lista per pensare che c’è chi sta peggio (perché lo so e mi logoro per tutto quello che vorrei fare ma non posso) né per essere grata di avere un tetto sopra la testa perché lo sono ogni giorno e in qualsiasi situazione, senza aver bisogno di questo periodo per ricordarmene.
Sono le piccole cose che mi fanno sorridere in quarantena, un promemoria per me stessa da rileggermi domattina prima di fare un bel respiro e alzarmi.
My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Le cinquanta sfumature tra il mangiare in modo incontrollato e l’allenarsi tre ore al giorno
Posted onLa solita premessa noiosa ma necessaria è che non sono una nutrizionista, non sono una personal trainer, non sono esperta di niente. Sto semplicemente condividendo la mia esperienza e le riflessioni che ho fatto in questo periodo -anche pre quarantena- nella speranza che possano portarvi a riflettere un pochino ed essere anche solo minimamente utili.
Parlare di cibo, body love e tutte queste cose è sempre impegnativo, cerco di farlo con tutta la ragionevolezza di cui sono capace e senza scrivere qualcosa di fraintendibile.