Small Great Things
Jodi Picoult
I libri di Jodi Picoult sono come un filmone americano di quelli che già un po’ sapete dove andranno a parare ma che comunque vi commuovono (o almeno commuovono me).
Come spesso accade anche questo libro diventerà un film e le protagoniste saranno Viola Davis e Julia Roberts: almeno una candidatura all’Oscar garantita.
Devo dire che sono sempre un po’ restia alle letture che hanno tra i temi portanti il razzismo, il rischio che sia affrontato in modo da creare solo facile pietà è sempre alto.
In questo caso invece no.
La protagonista è un’infermiera afro americana (e pensarla interpretata da Viola Davis mi fa impazzire, sarà eccezionale) che viene accusata di non aver rianimato un neonato a seguito di uno scontro con i genitori, suprematisti bianchi.
Aldilà di come si sviluppa la storia -in alcuni punti mi ha fatto storcere il naso e anche parecchio- ho apprezzato davvero come viene trattato il tema.
Trovo veramente impossibile giustificare il razzismo ma l’aver voluto raccontare come ci si arriva, la follia dietro a determinate organizzazioni (che vi ricordo non essere solo in America ma capisco sia più comodo far finta di niente qui) può essere utile anche per capire come sconfiggerlo o almeno tentare di combatterlo.
Una cosa che ho trovato molto interessante è come nella maggior parte delle recensioni negative torni la stessa critica, mossa dalle stesse persone.
A chi tendenzialmente non è piaciuto non va giù che l’accusa implicita sia che ci sia razzismo in tutti e quasi sempre sono persone che razzismo non ne hanno subito e non ne subiranno (nelle prime tre righe di recensione specificano di essere bianchi, non me lo sto inventando giuro).
Non sto a motivare perché sono d’accordo con questo punto perché ritengo ci siano persone che l’abbiano fatto molto meglio di me fuori dall’attivismo da social ma diciamo che le reazioni così piccate di persone che non sanno cosa voglia dire essere discriminati per il colore della propria pelle per me è un punto che non fa altro che confermare questa teoria.
La scrittura è quella tradizionale di Jodi Picoult, coinvolgente, descrizioni non noiose, colpi di scena un po’ troppo forzati ma che sono parte del suo modo di scrivere.
Non ve lo consiglio tanto per la storia -commuovente ma non imperdibile: secondo me sarà meglio il film per la presenza delle due attrici nominate sopra- ma per i temi affrontati.
Mettersi davanti a determinati argomenti fa sempre bene, anche quando ci fanno sentire scomodi.
Le ultime due righe sono proprio vere!
Non ho mai letto nulla di Picoult ma non vedo l'ora di vedere il film!