Let’s Talk: Dry Brushing

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Qualche giorno fa vi ho parlato delle cose che ho imparato a fare con calma in questo periodo in cui tutto sembra essersi fermato.
Ho aggiunto un’altra pratica ultimamente ed è una di quelle buone abitudini che vorrei aver preso prima.
Oggi parliamo di dry brushing, che dirlo in inglese fa più figo di dire spazzolamento che poi ci sentiamo un po’ cavalli.

My Stash: Eye Pencils

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Abbiamo finito i prodotti per il viso, ci potete credere? Oggi iniziamo a parlare di quelli per gli occhi.
 


Truccare gli occhi mi piace moltissimo, benché io non abbia chissà che capacità.
 


Per anni il mio trucco distintivo era composto da chili di matita nera nella rima interna e chili di eyeliner -storto- sopra.
 


Con gli anni ho imparato a cavarmela un po’ di più ma ecco, non sono una maga a sfumare e non lo sarò mai.
 


Faccio molto fatica a vedermi senza matita nera nella rima interna, mi sembra di essere un pesce lesso. Quindi oggi parliamo proprio di matite!
 


My (almost but not quite) Quarantine Cronichles: Little Things I Miss

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There’s a folder of pictures I can’t open.
There’s so many songs that don’t sound the same.
There’s a number I can’t dial and a message I can’t send.
There’s a restaurant I can’t eat at, not with any friends.
There’s words and names I can only say in my head.
There’s a pair of eyes that belong to you, that I can never look into again.
The Missing Machine – Iain S. Thomas

My Stash: Highlighters

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Penso di aver smesso di stare dietro a tutte le uscite -in edizione limitata e non- del mondo del makeup più o meno quando è scoppiata la mania per gli illuminanti. Prima non sapevamo cosa fossero? Non li usavamo? Non mi ricordo.
 


È un elemento del trucco che mi piace, non fraintedetemi. Non sento però il bisogno di usare quelli iper visibili, non mi piacciono la maggior parte di quelli che vanno super di moda.
 


Forse perché sto invecchiando? Chi può dirlo!
 


Quindi sì, la puntata di oggi del viaggio all’interno della mia collezione di troppi trucchi parla di illuminanti.
 


Wishlist: Food I’d like to eat

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Io sapevo benissimo di non saper fare da mangiare anche prima di questa quarantena. Però sono moderatamente fiera di me perché mi sono sforzata minimamente per cercare di creare qualcosa di commestibile e non affidarmi a pasti pronti che farebbero inorridire mia mamma. 
 


Non vi mentirò dicendo che sono diventata una cuoca provetta perché alcune cose avrei preferito digiunare che mangiarle ma sicuramente mi è venuta nostalgia di un sacco di posti dove mangio molto bene.
 


Sto scrivendo un post al giorno e mi rendo conto che i post siano piuttosto random ma per me è veramente terapeutico mettermi qui e scrivere. Insomma se vi state chiedendo cosa non vedo l’ora di mangiare ma più che altro dove non vedo l’ora di andare a mangiare questo è il post che fa per voi (lo leggerà giusto mia madre).
 


My Stash: Bronzer

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Continua il nostro viaggio nel mio stash.
 


Oggi parliamo di bronzer, una delle categorie di prodotti che probabilmente viene meno usata da me da sempre.
 


Non sono mai stata una fan dell’abbronzatura ad ogni costo (anche se in questi giorni sto diverso tempo sdraiata al sole ma questo lo faccio per il mio benessere mentale) e quindi nemmeno dei prodotti che la simulano.
 


Negli ultimi tempi però ho ricominciato ad apprezzare i bronzer, forse anche perché non mi sembra di avere un colorito particolarmente vivo e quindi mi aiutano a simulare.
 


Books: Eleanor Oliphant is completely fine

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Eleanor Oliphant is completely fine
di Gail Honeyman
Questo è un libro che ho letto in mezza giornata sul terrazzo, al momento ho riscoperto le gioie di prendere il sole e con internet che qui non va tantissimo non posso bloccarmi su Netflix per delle ore. Meglio così devo dire, sono felice di passare del tempo tra i libri che rimangono uno dei miei amori più grandi della mia vita.
Sto rileggendo libri che ho letto mille volte ma anche leggendo quelli che avevo abbandonato nella libreria da mesi, questo è uno di quelli .
Eleanor Oliphant is completely fine è un libro che non sono sicura che mi sia piaciuto del tutto.

My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Cry Baby, Cry Baby, Cry Baby

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Io piango sempre. Specifichiamo, non passo le giornate a piangere ma mi commuovo facilmente.

 


In questo periodo di notizie orrende però -che arrivano dai social, dalle notizie sui telegiornali e dalle persone vicino a me- per la prima volta nella mia vita faccio fatica a piangere.
 


Ho praticamente sempre il magone però, sono lì con il cuore in gola e mi viene tanto da piangere ma cavoli non ci riesco.
 


Ci sono però una serie di video che riescono SEMPRE  a farmi singhiozzare e a farmi sentire quasi meglio dopo, almeno sfogata ecco. Poi non dura molto però ecco, okay.
 


Chi l’avrebbe detto che avrei scritto un post su quello che mi fa piangere, che strani tempi amici.
 


My Stash: Blush

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Continua il viaggio nel mio stash di makeup, molto emozionante mi rendo conto.


Oggi parliamo di blush o fard che dir si voglia. Anni fa avevo una vera e propria passione per questa categoria di prodotti, la mia collezione era notevolmente più fornita ma ne ho regalati tantissimi perché insomma, ho solo una faccia. Con il tempo mi sono resa conto che diverse volte salto questo passaggio mentre invece non salto mai la fase contouring. In questi giorni di quarantena sto giocando un po’ di più con il trucco e mi rendo conto che sì, forse dovrei metterlo ogni volta.


Non parlerò di ogni singolo prodotto perché se no dovrei tenervi qua per ore e immagino abbiate di meglio da fare, fosse anche solo sistemare il cassetto delle mutande. 


My (almost but not quite) Quarantine Chronicles: Piano piano

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Sto vivendo questa quarantena in una condizione di incredibile privilegio.
Perché non devo mettermi a rischio, perché mi viene chiesto di stare solo a casa e per quanto mi pesi sono sicuramente molto più fortunata di tante, troppe altre persone.
Ero fortunata -e me lo ripetevo anche se mi lamentavo!- anche quando ero a Lugano lontana dai miei, dal mio cane, in uno spazio mini e con mio fratello con cui a breve ci saremmo sgozzati, figuriamoci ora che sono a casa dei miei con un terrazzo enorme, tutte le mie cose e la prospettiva di un giardino appena finirò l’autoisolamento preventivo in mansarda.
Però non è comunque facile, nonostante l’innegabile privilegio. Quando sento i miei amici la cosa che ripeto loro più spesso è “piano piano”. Non sappiamo quando finirà, come saremo noi quando usciremo. Non possiamo mettere fretta a nessuno e nemmeno a noi stesi. Piano piano.