Rapporto con la bilancia: un argomento su cui potremmo forse tutti scrivere ben più di un post su un blog.
Disclaimer: questa è solo la mia esperienza, non voglio insegnare niente a nessuno e non sto facendo nessuna diagnosi.
Dicevamo.
Io non ho mai calcolato granché la bilancia che avevamo in casa fino ai vent’anni. Penso di essermi pesata qualche volta ma non è che avessi chiarissimo quanto dovessi pesare.
All’epoca della mia prima dieta importante (e drastica) ha iniziato ad avere un peso -ah ah ah-decisamente maggiore.
Conoscevo il mio peso di partenza e sapevo il mio obiettivo, datomi dalla mia nutrizionista.
Ho perso chili veramente velocemente, complice un deficit calorico importante.
Mangiavo circa mille calorie al giorno, con uno stile di vita molto attivo per intenderci.
Pesarmi era gratificante a quel punto e la bilancia era la mia migliore amica.
Rapporto con la bilancia: Fase 2
Poi c’è stato un periodo di stallo e a quel punto no, non ci andavo troppo d’accordo.
La mia immagine allo specchio mi piaceva abbastanza ma ero convinta che mi sarebbe piaciuta di più se il peso fosse diminuito. Ero arrivata al famoso peso da raggiungere ma non ero ancora convinta che bastasse. Facevo fatica a mangiare di meno però, specialmente con le mie giornate piuttosto frenetiche.
Ho avuto poi un periodo veramente non facile nella mia vita extra peso e immagine, a quel punto avevo dei problemi che fagocitavano veramente tutto il resto.
Tra la chiusura del ristorante in svizzera, il nuovo lavoro, due traslochi, il sentirmi totalmente sola e altre cose non piacevoli ho trascurato totalmente il mio corpo.
Sono ingrassata, senza sapere bene di quanto perché non avevo la bilancia a casa.
Poi un giorno mi sono pesata e di nuovo, crisi enorme. Avevo messo troppi chili, non pesavo quanto all’inizio del mio percorso ma comunque troppo.
Allo specchio non mi vedevo troppo male MA come potevo non farmi schifo con quel peso?
Ho ricominciato a mangiare bene (o come pensavo andasse bene). In poco tempo mi sono vista meglio ma pesarmi mi faceva soffrire perché non stavo perdendo abbastanza velocemente.
Quando ho deciso di iniziare un nuovo regime alimentare che potesse anche aiutarmi a sistemare il mio rapporto con il cibo ho capito che avrei dovuto farlo con l’ausilio di una nutrizionista ed evitare il fai da te.
A lei, oltre a dare le specifiche sulle mie esigenze alimentari, ho chiesto di non sapere il mio peso.
Ha accettato questa mia richiesta e mi ha detto che non era così inusuale tra i suoi clienti, cosa che mi ha fatto sentire meno a disagio.
Ho iniziato quindi un percorso che prescinde dal peso, per cui mi concentro su altro. Mi sento bene da quando ho cambiato alimentazione e vedo che sto modificando il mio corpo ma non so esattamente quanto.
Qualche mese fa ho avuto dei problemi per cui sono dovuta andare da più di un ginecologo, con materiale per cui potrei fare tutta una serie di discorsi sui medici sui sessant’anni (tra cui come diagnosi “se perdi tre chili ti passa tutto”) ma eviterò.
Fatto sta che a uno di questi ho chiesto cortesemente di non sapere il mio peso, anche se doveva pesarmi per completare la visita.
Gli ho spiegato un po’ il mio percorso e il mio dimagrimento velocissimo (che ha commentato con “beh sei stata bravissima” ignorando il fatto che in quel periodo non dormissi, non avessi le mestruazioni, mi fossero caduti tanti capelli e altre cose allegre del genere) ma si è limitato a darmi le sue indicazioni per dimagrire.
Tenetevi forte: mi ha consigliato di mangiare qualsiasi cosa volessi MA togliendo due cucchiaiate. Rivoluzionario, eh?
Ha anche stampato il mio peso sulla scheda e va beh, voglio fingere che in quei dieci minuti si fosse dimenticato che gli avessi chiesto di non saperlo.
Quel numero non mi è piaciuto. So che era più basso di quello che avevo prima di iniziare il mio nuovo percorso di alimentazione ma so anche che se facessi una dieta più stretta, se mi muovessi di più, se se se se… dimagrirei sicuro più velocemente.
Però so anche che non sarebbe sostenibile, non sul lungo periodo, ci sono già cascata una volta.
Quindi ecco, per me la soluzione è dire ciao alla bilancia e cercare, piano piano, di migliorare il mio rapporto con il cibo.
È stato guardarmi domenica con addosso il costume che avevo messo a maggio per la prima volta e rendermi conto che mi cade meglio, è ignorare la bilancia ma continuare il mio percorso con cura e disciplina ma senza ammalarmi.
NON vi sto dicendo che non pesarvi sia la soluzione in ogni caso, so che fa stare meglio me.
Questo post è stato tra i più richiesti ultimamente e quindi eccoci qua.
Se avete voglia di parlare di questo argomento i miei messaggi sono sempre aperti, so che uno sconosciuto spesso aiuta più di chi ci conosce.
Grazie per averne parlato!
Mi sono ritrovata tanto nelle tue parole!
Anche io sto seguendo un piano alimentare con una nutrizionista seria e dall’approccio “umano”.
Non punta sul dimagrimento veloce (non è fissata con peso e calorie) ma su un’alimentazione varia, equilibrata e (perchè no) gratificante…quindi anche piu’ facile da sostenere sul lungo termine.
Mi motiva senza giudicarmi o senza essere rigida e devo dire che mi sento molto meglio, indipendentemente dal peso perso: mi vedo meno gonfia, ho molte piu’ energie, ma soprattutto non soffro la fame!
Nel mio caso ci tengo a monitorare il peso perchè la soddisfazione di vedere scendere i numeri sulla bilancia mi da motivazione e grande gioia, ma l’obiettivo principale è stare bene e ricominciare a piacermi.
Sono solo all’inizio di questo percorso e spero tanto, come dicevi tu, di riuscire a migliorare il mio rapporto col cibo (e con il mio aspetto) … questa volta sono fiduciosa e non intendo mollare!
A te dico: Brava! mi piace quello che posti, come scrivi e adoro Choclatim!
Un bacione
Sara, grazie a te di avermi scritto <3
Non molliamo, sarà un percorso lungo ma ne varrà la pena.
Grazie ancora davvero e un bacione a te